Riflessi Arcaici risvolti psico-cognitivi e posturali 1/e 2017

Riflessi Arcaici 1/e 2017

Risvolti psico-cognitivi e posturali - Manuale teorico-pratico

Silvia Micheli, Sergio Rocco

Prefazione di Marco Cavallo

Premessa degli Autori
Durante la mia esperienza lavorativa ho avuto la possibilità di osservare pazienti con patologie
e disagi differenti: il coma, la paralisi cerebrale, le sindromi genetiche, le disprassie infantili. Negli
ultimi anni mi sono interessata ai disturbi dell’apprendimento, ai disturbi di attenzione ed agli
adulti che riferiscono difficoltà di memoria e impaccio nell’organizzazione motoria.
Analizzando questi ambiti di lavoro, mi sono accorta di un incremento esponenziale di cui mi
sono chiesta le motivazioni, anche in relazione al fatto che le soluzioni proposte dai protocolli riabilitativi
sono quasi sempre impostati al fine di una riduzione del carico di lavoro, senza una reale
integrazione della funzionalità. Ciò ha creato in me una vera frustrazione professionale, comunque
si intervenga i tempi sono lunghi e i risultati poco soddisfacenti.
Così, ho provato a fare delle ricerche, a contattare professionisti che svolgono il loro lavoro in
ambiti diversi dagli standard riabilitativi di tipo cognitivo e, andando a ritroso, ho trovato alcune
spiegazioni che mi hanno aperto un nuovo modo di intendere il mio ruolo e i miei compiti professionali.
Questo manuale espone una ricerca di una diversa interpretazione delle difficoltà scolastiche,
di apprendimento e comportamentali sia negli adulti che nei bambini; un approccio che si basa
sulla constatazione che queste difficoltà hanno spesso cause fisiche legate allo sviluppo propriocettivo
del bambino, del suo sistema nervoso, prima della nascita e nel corso dei primi due anni
di vita.
Le risposte che cercavo le ho trovate nelle ricerche relative ad alcuni studi sul ruolo dei riflessi
arcaici, quei riflessi primitivi che, se non integrati, possono rimanere attivi causando disagi nello
sviluppo normale. Questi “incidenti di percorso” agiscono sulle cause profonde delle difficoltà.
Ma non solo, ho potuto verificare che tali disfunzioni, se integrate, possono migliorare i processi
riabilitativi di bambini con patologie ben più gravi, come le paralisi cerebrali e i disturbi pervasivi
dello sviluppo.
I genitori e i bambini che in questi anni ho incontrato mi riferiscono difficoltà relative alla memorizzazione,
alla capacità di mantenere attenzione. Non è la reale voglia di imparare che manca,
è la sensazione di essere incapace. Appaiono le paure e spesso le rabbie; la paura di essere etichettati
come “asini”, di essere sgridati perché sbadati e, alla lunga, il rischio di chiudersi nel proprio
mondo. Lo stress e l’ansia provocati dall’impossibilità di adattarsi al sistema e l’incomprensione
del sistema circostante marcano l’infanzia di questi bambini e, di conseguenza, la vita da adulti.
Il percorso di ricerca che mi ha portato a tali risposte parte da un excursus storico di studi di
grandi protagonisti dell’ambiente delle scienze psicologiche, neurofunzionali, neurocognitive, approdando
successivamente all’analisi dello stato dell’arte dell’attuale ricerca internazionale, fino
ad arrivare alla stesura di un protocollo di integrazione, sperimentato in collaborazione con il collega
osteopata e posturologo Sergio Rocco, al quale vorrei dedicare i miei prossimi anni di studio
e di rilevamento dati.